Carta geologica: Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 foglio 139 L’Aquila. http://www.apat.gov.it/Media/carta_geologica_italia/tavoletta.asp?foglio=139
Figura 1 Stralcio del foglio "L'Aquila" 139 della carta geologica d'Italia 1:100.000
I monti della Laga si estendono per circa 24 km tra Amatrice (RI) e Campotosto (AQ) ed il subappennino teramano, inseriti geograficamente tra la catena dei M.ti Sibillini a N ed il massiccio del Gran Sasso a S. Costituiscono il più alto rilievo arenaceo dell'Appennino: infatti, si elevano per un settore di quasi 12 km oltre i 2000 m s.l.m. e toccano le massime quote con M. Gorzano (2458 m), la vetta più alta del Lazio, Cima Lepri (2445 m), Pizzo di Sevo (2419 m) e Pizzo di Moscio (2411 m).
I Monti della Laga dal 1991 ospitano, insieme al Gran Sasso, un importante parco nazionale che si estende per 148.935 ettari, nelle province di Ascoli Piceno, Rieti, Teramo, L’Aquila, Pescara.
A differenza degli altri gruppi montuosi dell'Appennino Centrale, in prevalenza formati da rocce carbonatiche (calcari e dolomie), la Laga risulta costituita da una successione torbiditica di età messiniana, nota in letteratura come Formazione della Laga. Si tratta di un corpo sedimentario di forma lenticolare e di notevole spessore (ca. 3000 m), caratterizzato da un insieme di litofacies variabili da quella arenacea e pelitico-arenacea a quella marnosa.
Si ritiene che l'apparato torbiditico della Formazione della Laga, interpretabile come un sistema di conoidi sottomarine profonde, costituisca il riempimento di un profondo bacino a circolazione ristretta ed in forte subsidenza, formatosi nel Miocene superiore a seguito del sollevamento e corrugamento del Gran Sasso. I M.ti della Laga rappresenterebbero, pertanto, l'unica testimonianza di bacino marino profondo durante il Messiniano, per tutto il Mediterraneo (ADAMOLI, 1988).
L’attuale configurazione geomorfologica dell’area, è imputabile in parte alla tettonica sviluppatasi Pliocene e il Pleistocene. In particolare, la scarpata che sottolinea la brusca variazione altimetrica tra gli altopiani di Amatrice e di Campotosto e lo spartiacque principale (con un dislivello di oltre 1000 m) è stata generata da una faglia diretta con rigetto verticale di circa 1,5 km. A piccola scala la tettonica, prevalentemente trascorrente, ha messo a contatto terreni a differente erodibilità lungo il versante occidentale reatino generando piccole cascate sui corsi d’acqua che lo percorrono. La bassa permeabilità d’insieme delle marne e delle arenarie, favorisce il deflusso superficiale, limitando quello profondo ai primi metri di terreno, con la presenza di piccole sorgenti a quote molto elevate. A conferma di questo si registra nell’area una forte erosione sui versanti, con sviluppo di forme pseudocalachive (BRUNAMONTE, 1994).
L'evoluzione geomorfologica del rilievo è stata inoltre influenzata dal glacialismo del Quaternario, testimoniato da alcuni depositi morenici, da numerosi circhi glaciali più o meno conservati e da intensi processi crioclastici. I depositi morenici, legati al glacialismo würmiano, sono poco diffusi e di modesta estensione, in quanto smantellati con facilità dall'azione delle acque dilavanti ed incanalati.
Al glacialismo würmiano sono da riferire anche i circhi glaciali (una quindicina) e le tracce di erosione glaciale osservabili alla testata di alcuni 'fossi', soprattutto nel versante teramano, oltre i 2000 mt: in entrambi i casi, l'azione erosiva degli agenti meteorici ha cancellato in parte tali forme.
Due parole di geologia:
Figura 2 Meccanismo di formazione di una torbidite: i sedimenti si depositano sulla piattaforma continentale (fig.a); superato il punto di equilibrio si origina una corrente di torbida (fig.b); i sedimenti si ridepositano in modo gradato, ai piedi della scarpata.
http://www.lagagransasso.it/laga/geologia_laga.htm
http://www.danieladidio.it/conoscenza/lig_lev_hiptext/hotwords/torbida.htm